domenica 20 maggio 2012

Il presunto collegamento tra eclissi e terremoti


Il presunto collegamento tra eclissi e terremoti.

Le eclissi si ripropongono sistematicamente, seguendo quelli che vengono definiti “cicli di Saros”, che contano un periodo di circa 19 anni nel ripetersi del fenomeno; lo stesso, tuttavia, non avviene mai allo stesso modo né sulle stesse zone. La periodicità è in virtù del fatto che Terra, Sole e Luna tornino ad occupare le medesime posizioni durante le eclissi, in ciascun nuovo ciclo di Saros.
La localizzazione geografica dell’evento, degna di nota dal punto di vista astronomico, avanza pretese di collegamento sia a fenomeni fisici sia ad eventi storici ed esoterici. Gli astrologi sostengono invece che gli effetti fisiologici di una eclissi di Sole sul corpo umano siano molto lunghi, anche fino a un anno, con picchi nei giorni precedenti all’eclissi, il massimo il giorno stesso del fenomeno, per poi andare lentamente a scomparire.
Tanto la letteratura popolare quanto quella tecnica contengono molti riferimenti alle eclissi solari di oggi come a quelle di secoli fa; alcuni tratti da testi antichissimi, altri da considerazioni che ambiscono a collegare l’evento a fatti contestuali accaduti nel passato. Da migliaia di anni l’uomo guarda all’eclissi come ad un fenomeno astrale e geometrico di indubbia bellezza, poiché rappresenta un particolare allineamento tra Terra, Luna e Sole. La sensazione inquietante che emergeva nei secoli passati era però sempre connessa ad un cattivo presagio.
Oggi, senza alcun riscontro scientificamente valido, si tende a mettere in relazione il fenomeno, soprattutto l’eclissi totale di Sole, con eventi geologici come forti terremoti ed eruzioni vulcaniche.
Altri collegamenti riscontrabili con le credenze antiche sono invece legati al calendario Maya, che descrive con precisione la prossima eclissi; alle quartine di Nostradamus, che sembra prevedere un forte terremoto proprio in quella data; ai crop circles, i particolari i cerchi nel grano che a partire dal 2010 si fanno portatori di immagini simboliche strettamente legate alla data 20 maggio 2012.
Valutiamo dapprima il presunto collegamento tra eclissi e terremoti.
L’osservazione incrociata tra eclissi solari totali e fenomeni sismici più o meno contestuali verificatisi in passato ha mostrato una relazione nel cono d’ombra delle regioni colpite e di quelle immediatamente adiacenti, rispetto alle zone vicine ma del tutto estranee all’evento. La dinamica è stata spiegata ipotizzando una variazione della gravità esercitata sulla Terra nelle zone in cui la presenza del cono d’ombra gettato dalla Luna ha impedito che il Sole esercitasse la consueta attrazione gravitazionale sul pianeta. Il percorso in ombra, dunque, avrebbe indotto le regioni interessate ad una forza gravitazionale inferiore rispetto ad altre parti della Terra. La discrepanza gravitazionale tra le zone interessate dall’eclisse e quelle nelle immediate vicinanze, supportata da una certa differenza termica, avrebbe determinato il sisma nelle regioni adombrate o in quelle adiacenti.
Intensificarsi dei terremoti oltre 5.0 dal 1977 – Shay Addams

Negli ultimi anni è stato notato come forti terremoti si verificassero proprio nelle zone interessate, in prevalenza dove il cono d’ombra della Luna era prominente o l’eclissi di Sole era totale. In realtà il sisma non sempre è stato contestuale all’eclissi, verificandosi spesso a distanza di qualche giorno, prima o dopo il fenomeno; forti eventi sismici sono stati registrati anche a notevoli distanze, ma sempre nello stesso periodo. La coincidenza dei sismi in un breve lasso di tempo rispetto all’eclissi ha suscitato l’ipotesi che una qualche connessione tra i due fenomeni dovesse pur esistere.
Retrocedendo, a partire dall’ultima eclissi di Sole totale, le date alle quali è possibile associare eventuali riscontri sismici sono:
  • 11 luglio 2010: eclissi totale di Sole completamente visibile lungo uno stretto corridoio che attraversa l’emisfero sud del pianeta. La durata fu di 5 minuti e 20 secondi e l’evento fu ben visibile dalla Polinesia, dall’Isola di Cook e dall’Isola di Pasqua. Il cono d’ombra raggiunse anche l’Argentina e la Patagonia. Si concluse al tramonto, sulla punta meridionale di argentina, Cile e sud America.
    Il 18 luglio, a Papua Nuova Guinea, ci furono due terremoti di magnitudo 6,9 e 7,3.
    Il 23 luglio 2010 ci furono tre terremoti di magnitudo superiore a 7 gradi della scala Richter nelle Filippine, Isola di Mindanao.
    Il 24 luglio, allo stesso epicentro, il sisma fu di magnitudo 6,5.
    Il 25 luglio, stessa zona, un sisma di magnitudo minore.
  • 22 luglio 2009: eclissi totale di Sole completamente visibile da Pechino. Conosciuta come la più lunga del millennio – la durata fu di 6 minuti e 39 secondi – pose nel cono d’ombra una buona parte della Cina e il Pacifico.
    Il 15 luglio, un terremoto di magnitudo 7,8 aveva colpito la Nuova Zelanda. L’epicentro fu localizzato in mare, ad una profondità di 33 chilometri, e fu dato l’allarme per un’onda anomala; allarme poi rientrato poiché la stessa era alta “solo” 20 metri.
    Nello stesso giorno vi furono altri due sismi, rispettivamente di 6,1 e di 6,5 della scala Richter. Nel frattempo, le notizie sull’allerta per un possibile terremoto/tsunami circolavano in rete proprio distribuite dalla NASA, che spiegava il fenomeno in questo modo: “la teoria del terremoto legata all’eclissi è così enunciabile: quando le forze gravitazionali del Sole e della Luna esercitano la loro influenza congiunta su una placca che non ha subìto terremoti recenti, tale influenza è determinante nel causare lo “strappo della cucitura” e quindi un terremoto importante”. Le popolazioni venivano così invitate a stare lontane dalle spiagge per tutto il mese di luglio.
  • 1 agosto 2008: eclissi totale di Sole. Visibile completamente dalla Siberia, della durata di 2 minuti e 27 secondi. Il cono d’ombra interessava anche Canada, Mongolia, Cina e i ghiacciai dell’artico.
    Lo stesso giorno un terremoto di magnitudo 6,1 della scala Richter colpì il Sichuan, la regione sudoccidentale della Cina.
    Proprio lì, già il 12 maggio erano morte 70 mila persone a causa di un violento sisma di magnitudo 7,8 della Scala Richter.
  • 29 marzo 2006: eclissi totale di Sole visibile in tutto il Mediterraneo. Il sentiero dell’eclissi si svolse attraverso Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Niger, Ciad, Libia ed Egitto. Visibilità massima si ebbe in Libia. La durata totale del fenomeno fu di 4 minuti e 7 secondi.
    Il 31 marzo, un violento terremoto causò in Iran decine di vittime e oltre 1200 feriti. Le scosse, di magnitudo compresa tra i 4,7 e 6 gradi della scala Richter, distrussero 330 villaggi.
    Il 25 dello stesso mese si era verificato un sisma di magnitudo più bassa in una zona poco distante, causando una sola vittima.
  • 23 novembre 2003: eclissi totale di Sole. Durò solo 1 minuto e 57 secondi. Fu totalmente visibile dall’Antartico, ma il cono d’ombra incluse anche l’Australia, la Nuova Zelanda e la punta meridionale del Sud America.
    Il 17 novembre 2003 l’Alaska era stata colpita da un terremoto di magnitudo 7,8 della scala Richter.
    Il 18 novembre 2003 c’era stato un terremoto di magnitudo 7,3 nel Giappone e nelle Isole Aleutine, che aveva fatto innalzare il livello delle maree.
    Sempre il 18 novembre 2003 un terremoto di magnitudo 7,8 nel Pacifico del nord aveva provocato un piccolo tsunami, senza arrecare alcun danno.
  • 4 dicembre 2002: eclissi totale di Sole. La durata fu di appena 2 minuti e 4 secondi. L’eclissi totale fu visibile in uno stretto corridoio attraverso l’emisfero meridionale, ma il cono d’ombra iniziò nel Sud Atlantico, attraversando il sud dell’Oceano Indiano e l’Africa australe, terminando al tramonto nel sud Australia. Un’eclissi parziale si vide nel centro e nel sud Africa, includendo parti di Indonesia, l’Australia e l’Antartide orientale.
    Il 3 novembre 2002 era stato registrato un terremoto di magnitudo 7,9 nella zona centrale dell’Alaska, in una zona relativamente disabitata e non furono segnalate vittime.
    Il più grande terremoto registrato in Alaska era stato di magnitudo 9,2 nella zona di Prince William Sound, il 28 marzo 1964.
    Nello stesso anno ci furono due eclissi di sole parziali: la prima il il 10 giugno 1964, con un cono d’ombra visibile in Antartico; la seconda il 4 dicembre 1964 con cono d’ombra visibile nell’Artico.
  • 21 giugno 2001: eclissi totale di Sole. La durata fu di 4 minuti e 57 secondi. Completamente visibile dall’Atlantico, dal sud Africa e dal Madagascar. Il cono d’ombra includeva il sud dell’Oceano Atlantico, il sud America e l’Africa.
    Il 23 giugno 2001 nel sud del Perù un terremoto di magnitudo 8,4 provocò la morte di 240 persone, delle quali 26 uccise dallo tsunami successivo al sisma e circa 2.700 feriti.
    “Solo” il 14 novembre 2001 si registrò un terremoto in Tibet, con magnitudo di 7,8, senza alcuna vittima poiché la regione era quasi completamente disabitata.
  • 11 agosto 1999: eclissi totale di Sole, della durata di 2 minuti e 23 secondi, fu l’unica visibile anche dall’Europa da circa 38 anni. L’ultimo fenomeno simile era stato visibile dal centro Italia solo nelle prime ore della mattinata del 15 febbraio 1961. È interessante notare come in questa occasione, citata anche dai Maya come una data epocale, gli effetti per il pianeta furono devastanti nei giorni immediatamente precedenti e in quelli successivi all’eclissi. Sembra quasi che l’avvenimento abbia innescato una sorta di sconvolgimento geologico in tutto il pianeta:
    Il 7 agosto una scossa di 5,7 gradi Richter colpì il Peloponneso, senza vittime. L’epicentro, individuato a 95 miglia a sud-ovest di Patrasso, era collocato ad una profondità di 30 km sotto il mare.
    Il 17 agosto un terremoto di magnitudo 7,8 Richter sconvolse la Turchia, mietendo oltre 17 mila vittime.
    Il 7 settembre la Grecia fu colpita nuovamente, ad Atene, con circa 200 morti e 500 feriti. La prima scossa fu di 5,9 gradi della scala Richter, seguita da una seconda altrettanto violenta, e da scosse ritenute di assestamento focalizzate sui 4 gradi. In quei giorni le autorità si premurarono di avvertire: “Non ci sono legami con il cataclisma turco”.
    Il 21 settembre 1999 un sisma di 7,3 gradi della scala Richter colpì Taiwan. I morti furono circa 2.500.
    Il 30 settembre 1999 fu colpito il Messico. Magnitudo 7,4. I morti furono meno di 40, ma solo perché la zona non era densamente abitata.
    A seguire, terremoti di magnitudo superiore al 5° grado Richter si diffusero a macchia d’olio su tutto il pianeta, anche nei mesi successivi.
  • 3 novembre 1994: eclissi totale di Sole. Visibile completamente dalla Bolivia. La durata totale fu di 4 minuti e 23 secondi. Nel cono d’ombra rientrò tutta l’America Latina, la parte a sud dell’Oceano Atlantico, una striscia del sud Africa e l’Oceano Indiano.
    Il 15 novembre 1994 uno tsunami causò 78 vittime a poca distanza da Manila, nelle Filippine. Il sisma era stato di 7,1 gradi della scala Richter con epicentro sulla costa dell’isola di Mindoro.
    Dal 26 novembre, in Australia iniziò uno sciame sismico che si concentrò fino al 29 ma continuò nei mesi successivi, coinvolgendo le regioni occidentali, da York a Mytle Creek. Alla cosa venne data relativa importanza, poiché i movimenti tellurici avevano una magnitudo molto bassa, e sempre inferiore ai 4 gradi della scala Richter.
  • 11 luglio 1991: eclissi totale di Sole, nota come la più importante e ultima del secolo scorso, della durata di 6 minuti e 53 secondi. Visibile pienamente dalle Hawaii e dal Messico. Il cono d’ombra coinvolse l’Oceano Pacifico e alcune zone dell’America settentrionale, attraversando l’America centrale e l’America del sud e terminando sul Brasile. Sembra che non ci sarà un’eclissi totale così lunga fino al 13 giugno del 2132.L’eclissi raccolse migliaia di persone soprattutto in Messico, grazie alla profezia Maya che, in coincidenza con quella data, previde l’inizio di accadimenti che avrebbero dato luogo ad una nuova epoca nell’assetto mondiale.
    Il 28 giugno 1991 un terremoto di Magnitudo 5,6 aveva fatto tremare il sud della California e la Sierra Madre, uccidendo due persone e ferendone un centinaio. Nei giorni successivi i terremoti si susseguono a catena, sempre tra la California e il Messico centrale, in quella che è notoriamente una zona ad alta densità sismica.
    Il 7 luglio 1991 l’ultimo sisma consistente della serie, di magnitudo 4.0, con epicentro in Sierra Madre.
Intervistato da Channel News Asia nell’aprile del 2009, in occasione dell’imminente eclissi solare del successivo 22 luglio, il professor Kerry Sieh del Singapore’s Earth Observatory sosteneva che“Negli ultimi 110 anni o giù di lì, ci sono stati circa 85 terremoti molto grandi e solo due di questi si sono verificati lo stesso giorno di un’eclissi. E anche in quel caso si trattava di un’eclissi parziale, non di eclissi totale. Si sono inoltre verificati in un luogo diverso rispetto a quello interessato dall’eclissi”.
Il dr. James Forster, della NASA, intervistato nella medesima occasione, concordava che“Terremoti ed eruzioni vulcaniche effettivamente si verificano nei momenti di eclissi. Ma le registrazioni mostrano che si verificano con frequenza maggiore o senza energia rispetto ai giorni di lune piene o noviluni – senza eclissi – oppure quando tutti i pianeti si allineano sullo stesso lato del Sole o nei giorni in cui la Luna è in fase gibbosa o a mezzaluna”.
Stranamente, però, oltre ai molti siti che all’epoca diffusero nel web l’allerta per l’eclissi in questione, la NASA fu uno dei principali ad invitare le popolazioni interessate dal fenomeno a stare lontano dal mare.
Nonostante alcune – evidenti – coincidenze tra l’evento astrale e quello geologico in riferimento alle date riportate, al momento non esiste alcuna prova scientifica che ponga in relazione gli eventi. Probabilmente, continuando a cercare nel passato, si riscontrerebbero altre “casualità” di questo tipo, di fatto confutabili con la teoria della Tettonica a Placche che appare essere ancora universalmente adottata, senza avanzare alcun minimo dubbio sul fatto che la crosta terrestre sia soggetta “anche” ad influenze planetarie.
Solo ipotesi, dunque, alla ricerca di un possibile nesso di causalità tra l’eclissi ed uno o più terremoti.
Di fatto, anche l’abbassarsi della temperatura in quei pochi minuti sembra essere molto relativo. Nel cono d’ombra si ha una riduzione inferiore a dieci gradi centigradi, e l’unica conseguenza diretta è il movimento delle masse d’aria che genera il tipico vento delle eclissi. Oltre a un calo termico, si registra infatti una variazione della pressione. L’aria, raffreddatasi in maniera repentina e divenuta più pesante, tende a scendere verso il basso, determinando un aumento della pressione rispetto alle zone circostanti. È la discrepanza pressoria a causare l’alzarsi del vento, che spira dalla zona buia verso quella illuminata. Il rientro della pressione verso l’equilibrio precedente avviene con un certo ritardo rispetto alla modifica iniziale, generalmente nel giro di mezz’ora. Sembra inoltre che alcuni ricercatori abbiano riscontrato variazioni di umidità relativa, con le dovute differenze in relazione all’altitudine del luogo interessato dall’eclisse. Nel giro di qualche minuto la variazione si arresta, e l’umidità rientra grazie al riscaldamento dei raggi solari quando il fenomeno è svanito.
È noto come il particolare e periodico allineamento galattico influisca decisamente sulle maree, causate dalla forza gravitazionale che la Luna, coadiuvata da quella pur inferiore del Sole, esercitano sulle imponenti masse d’acqua. L’evento si può però rapportare alla situazione del novilunio, in cui le forze gravitazionali del satellite e della stella vanno inevitabilmente a sommarsi poiché i due corpi celesti viaggiano più o meno nella stessa direzione.
Eppure, il dubbio rimane. Soprattutto se teniamo conto di segnali che ci vengono da epoche lontane, come il calendario Maya, di 18 mila anni fa, o da fonti sconosciute, come i cerchi nel grano.
L’antico popolo mesoamericano ebbe la capacità di tracciare il cielo stellato dei nostri tempi, individuando tanto i cicli di Venere quanto le eclissi senza sbagliare i calcoli a distanza di secoli. L’eclissi di Sole dell’11 agosto 1999 fu prevista con – addirittura! – 33 secondi di ritardo. Prima ancora, nel codice di Dresda, l’eclissi totale dell’11 luglio 1991 è citata come “il primo incontro terreno con i Signori delle stelle”. L’avvenimento, perfettamente visibile dal Messico, fu ripreso da centinaia di telecamere che inquadrarono anche una sorta di astronave nel cielo. Da quel momento, sempre più frequenti, a Città del Messico, le sfere di luce che, singole o in flottillas, volteggiano in formazioni misteriose o in Ebani.
Le stesse vengono messe in rapporto con i pittogrammi delle coltivazioni cerealicole che, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno mostrato un legame simbolico con la data della prossima eclisse.
Il 9 agosto 2005, lo spettacolare glifo comparso ad Oxfordshire mostra visibilmente il nostro cielo del 20 maggio 2012.
Un’eclissi anulare di Sole e l’allineamento celeste.
Che ci si voglia credere o no, anche ad un occhio superficiale non può sfuggire la correlazione geometrica tra la figura disegnata nel campo e quella raffigurata nel cielo.
“Come in alto, così in basso” era il motto di antichi popoli che possedevano conoscenza e saggezza. Conoscenza nel capire i segnali, saggezza nel rispettarli.
A noi, a questo punto, invece, non resta che aspettare.
(Fonte:puntozero.com)

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